Fondazione Luigi Bon
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Quintetto a fiati

Sutrio
Sala Polifunzionale
27 / 08
Sabato 27 Agosto 2011 - Ore 20:45

Tiziano Cantoni flauto
Enrico Cossio oboe
Nicola Bulfone clarinetto
Dario Braidotti fagotto
Andrea Liani corno
 

“Qui si fa l’Italia... a suon di musica!”

UN SECOLO E MEZZO DI MUSICA ITALIANA DAL RISORGIMENTO AI GIORNI NOSTRI Centocinquant’anni di storia italiana, ripercorsi attraverso le note di alcuni tra i nostri compositori più significativi. Si comincia, come da tradizione, con un’Ouverture, e precisamente quella tratta dall’opera “Nabucco” di Giuseppe Verdi (1813-1901), un melodramma di chiara ispirazione patriottica; quindi il Quintetto op. 124 di Giulio Briccialdi (1818-1881), che esalta due caratteristiche tipiche della musica italiana ottocentesca: cantabilità e virtuosismo. La mutata sensibilità degli anni a cavallo del ‘900 impone a Ottorino Respighi (1879-1936) e Giorgio Federico Ghedini (1892-1965) la ricerca di nuove strade; siamo invece attorno agli anni Cinquanta quando Nino Rota (1911-1979), allievo di Alfredo Casella dedica proprio al suo maestro questa “Piccola offerta musicale”, mentre Luciano Berio (1925-2003) con il quintetto Opus number zoo esplora il mondo della musica per giovani, affidando agli strumentisti anche il compito di voce narrante. A conclusione di questo viaggio storico-musicale il friulano Daniele Zanettovich (1950- ), un compositore più vicino a noi sia in termini geografici che cronologici, rivisita nel proprio personalissimo stile un antico tema di canzone in sette forme di danza. A introdurre e illustrare questo affascinante percorso, una voce recitante effettuerà delle letture tratte dagli scritti dei padri della patria dal ‘800 ai nostri giorni costruendo un parallelo con il percorso musicale.

Sala Polifunzionale

Da vari indizi si presume che Sutrio sia uno dei più antichi insediamenti carnici. Il nome stesso, del resto, richiama la Sutri etrusca. Sutrio ha mantenuto il borgo caratterizzato da abitazioni carniche tipiche del sei-settecento, perlopiù costruite dai “Cramars”, venditori ambulanti che commerciavano spezie e stoffe nell’Europa centrale.

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