Un quartetto che si identifica in un groove del tutto personale, fusione di esperienze classiche e jazz. Ecco cosa può provocare un incontro casuale tra musicisti su un palcoscenico: un feeling potente che si alimenta in virtù di una grande amicizia. Un’intesa tanto forte da ispirare Leon Firšt, il pianista del Quartetto, alla creazione di musiche pensate appositamente sulle rare qualità tecniche ed espressive di ciascun elemento del gruppo. È nato così un concerto di brani originali, presentati in alternanza a grandi pagine di icone del jazz, come Kern, Davis, Waller. Un concerto che l’Accidentally Groovy Quartet sta portando con grande successo nei festival d’Europa. Nella classica formazione di batteria, contrabbasso, pianoforte, tastiere e sassofono, i quattro amici del groove sono pronto a regalare un concerto pieno di estro ed emozioni.
Amici, anche al di fuori dal proprio contesto musicale. È questo l’ingrediente segreto dell’Accidentally Groovy Quartet. Compongono il gruppo il sassofonista Grega Sakaza, il pianista e compositore Leon Firšt, il contrabbassista Janez Krevel e il batterista Matic Crešnik, musicisti tutti dotati di particolari abilità tecniche riservate al loro strumento, chi coltivate in conservatorio, chi nelle accademie jazz della Slovenia, per percorsi di formazione del tutto trasversali. Insieme, il loro potenziale si espone alla creazione di una visione della musica e delle contaminazioni tra generi del tutto personale.
Ciasa dai Fornés
La secentesca casa rurale della Busa era un tempo alloggio di uomini e animali, una residenza dove si praticavano, accanto all’agricoltura, lavori legati al ferro e alle fibre tessili. Recentemente è stata oggetto di restauro e con la sua apertura al pubblico, la struttura è stata nomi- nata Ciasa dai Fornés e al piano terra ospita un’esposizione intitolata “Il filo dei ricordi”. Forni di Sopra è conosciuta anche come località “bella fra le più belle delle Dolomiti Orientali”, come scrisse Berti, accademico del C.A.I. Frequentata stazione turistica dai primi del Novecento, grazie ad attività sia invernali come lo sci di fondo, discesa, pattinaggio su ghiaccio e snowboard, che estive come l’escursionismo e la mountain bike. Rappresenta il ponte ideale fra Carnia e Cadore, attraverso il passo della Mauria che unisce le due sub-regioni alpine.
Fotografia di Ulderica Da Pozzo