“Questa che Nicole Coceancig ci racconta con voce di canto è dunque una storia di orizzonti e di radici. Di terre che stanno sul bordo di mondi lontanissimi e che tuttavia si assomigliano, anche se non vogliono, anche se non vogliamo. Sa di Pakistan e di Carnia, questo passo disperato tracciato sulle pietre aguzze dei Balkani, un corridoio che separa l’Europa dall’Altrove, e che si fa a modo suo epica e denuncia civile, invettiva e poesia.
Una testimonianza capace di dare voce a chi non ce l’ha, e forse non l’avrà mai. E così questo è un viaggio. Di disperato amore. Quello che è così grande, ma così grande che non si può nemmeno contenere tra labbra e ciglia. C’è chi si mette per via inseguendo un sogno o un’utopia. Nicole si ferma ad ascoltarne una, raccoglie le sue parole, come si farebbe con schegge di conchiglie, taglienti e acuminate, sulla riva di un mare che non si ricorda più come si fa a restare azzurri, tanta è la malinconia che lo scolora. [...] ”
di Angelo Floramo
Sala azzurra
Risorto dalla cenere Forni di Sotto, che un tempo era famosa per la sua architettura di montagna con le case in pietra dai ballatoi in legno, è oggi un paese completamente nuovo, dove le uniche testimonianze del passato sono le fontane ottocentesche di Tredolo, Baselia e Vico. Il paese, come la vicina Forni di Sopra è località di villeggiatura estiva e invernale. Parte del territorio comunale fa parte del Parco naturale delle Dolomiti Friulane.
Fotografia di Ulderica Da Pozzo